Perché la maglia del Giro d’Italia è rosa, il suo significato e quello delle altre maglie – .

La storia della Maglia Rosa al Giro d’Italia, simbolo di fama e successo nato nel 1931 da un’idea di un giornalista e poi riconosciuto in tutto il mondo. Ma non solo: al Giro d’Italia vengono assegnate anche altre maglie, dalla Ciclamino (per la classifica a punti) alla Bianca (per i giovani) all’Azzurra (per gli scalatori). Non più quella nera, introdotta da un ex calciatore, Giuseppe Ticozzelli, nel lontano 1926 e oggi abolita.

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IL Giro d’Italia 2024 è l’edizione numero 107 della Corsa rosa, che ha una storia lunghissima iniziata nel lontano 1909. Ma vederla indossata la prima maglia rosa bisognerà aspettare ancora qualche anno e precisamente il 1931. Una maglia e un colore che si sono trasformati negli anni in un vero e proprio simbolo inseparabile dal Giro e che ha una storia particolare, unica e curiosa.

La storia della maglia del Giro d’Italia: perché è rosa

Per le prime 22 edizioni la maglia rosa non esisteva al Giro d’Italia e la sua introduzione, nel 1931, fu dovuta all’intuizione di un giornalista, Armando Cougnet, dalla Gazzetta dello Sport, il quotidiano nazionale che segue da vicino la corsa fin dalla sua nascita. Fu una scelta fatta per esaltare il ciclista che in quel momento guidava la classifica generale, era primo al Giro e doveva diventare chiaramente visibile e riconosciuto dagli spettatori. Ecco come “Maglione rosa“, un colore particolare ma non casuale, perché rimandava direttamente al colore del quotidiano sportivo milanese per il quale lavorava Cougnet e che divenne presto un simbolo famoso in tutto il mondo.

Il primo a indossare la Maglia Rosa fu un ciclista italiano, Learco Guerra, che fu anche vincitore della tappa inaugurale del 1931, arrivando nella sua città natale, Mantova. Per Guerra un orgoglio che durò poco perché in quell’edizione fu un susseguirsi di corridori che si alternarono indossando il simbolo del leader della classifica. A tal punto che il vincitore finale è arrivato solo alla penultima tappa del Giro, quando Francesco Camusso ha preso il comando della classifica generale ed è riuscito a difendere la vittoria nell’ultima tappa di Torino. Ma c’è un ciclista in particolare che detiene ancora il record per numero di maglie rosa indossate in carriera: lui Eddie Merckx che lo vinse 77 volte dal ’68 al ’74.

Giro d’Italia 2024, oggi la 1a tappa Venaria Reale – Torino: percorso, orari, favoriti e dove vederla in TV

Eddie Merckx con la maglia rosa, di cui detiene il record: indossata 77 volte

Le altre maglie del Giro: il colore, la storia e il loro significato

La maglia azzurra – Classifica scalatori

È la maglia che viene vinta dai ciclisti che ottengono più punti tagliando per primi il traguardo intermedio o finale Gran Premio della Montagna (che hanno una categoria ben precisa), poiché – nel 1933 – venne istituita per la prima volta questo tipo di classificazione. Poi, nel ’74, si decise di creare una maglia speciale anche per gli scalatori, inizialmente verde, che durò fino al 2012 quando si decise di passare all’attuale blu. Simbolicamente rappresenta il cielo, la vetta, lo sguardo verso l’alto che hanno coloro che raggiungono per primi la vetta.

Bartali in trionfo, 7 volte maglia rosa e azzurra contemporaneamente

Nella storia del Giro solo 10 atleti sono riusciti ad abbinare la classifica assoluta a quella degli scalatori, con Gino Bartali che detiene il record con sette combo. I GPM (Mountain Grand Prix) sono divisi in 4 categorie, ognuna delle quali assegna punteggi diversi dal più alto (32 punti per il 1°) al più basso (3 punti). Dal Giro d’Italia del 1965 si è deciso inoltre di indicare per ogni edizione la vetta più alta della corsa, che ha preso il nome di Cima Coppi: è un arrivo “fuori categoria” dove il primo ottiene 40 punti. Dal 2004 in poi è stata istituita la Montagna Pantani, titolo che designa la vetta più rappresentativa scalata dell’intera corsa in ricordo del Pirata e delle sue imprese in salita ancora oggi insuperate.

La maglia bianca – Classifica giovanile

La maglia bianca gli appartiene di diritto miglior giovane corridore che non abbia ancora compiuto 26 anni al 1° gennaio dell’anno in cui si svolge il Giro d’Italia. La maglia bianca fu introdotta nel 1976 e il primo a vincere fu l’italiano Alfio Vandi. Poi nel 1994 si decise di rimuovere questa classifica per poi reintrodurla nel 2007, data dalla quale non è mai più stata rimossa. La speciale classifica era stata inserita con il chiaro obiettivo di mettere in risalto i giovani migliori, anche se in più occasioni è capitato che il vincitore coincidesse con il vincitore assoluto del Giro d’Italia. È successo 4 volte: nel 1994 con Berzin, nel 2014 con Quintana, nel 2020 con Hart e nel 2021 con Bernal.

Bernal festeggia sul podio con la maglia bianca di miglior giovane

Bernal festeggia sul podio con la maglia bianca di miglior giovane

La maglia ciclamino – Classifica a punti

Una maglia che sottolinea la “vis pugnandi”, la voglia di lottare e di vincere dei ciclisti che animano la corsa e le singole tappe meglio di altri, spesso senza alcuna possibilità di vincere la classifica generale. Fondata per la prima volta nel 1966 inizialmente era di colore rosso. Poi è diventato ciclamino dal 1970 per tornare rosso nel 2016. Ma alla fine si è deciso ancora per il ciclamino dal 2017 ad oggi. La maglia ciclamino è il risultato di un meccanismo attraverso il quale viene premiato il leader della cosiddetta classifica a punti: scala la classifica chi ottiene più punti nel percorso tra gli sprint intermedi e il raggiungimento del traguardo che viene aggiornato frazione dopo frazione.

Francesco Moser in rosa, lo ha abbinato al ciclamino in 4 occasioni

Francesco Moser in rosa, lo ha abbinato al ciclamino in 4 occasioni

In nove occasioni, però, chi ha vinto il Giro ha portato a casa anche la maglia ciclamino con due italiani su tutti, autori anche di sfide straordinarie in una rivalità unica: Giuseppe Saronni e Francesco Moser, entrambi 4 volte vincitori della maglia rosa e del ciclamino.

La maglia nera – Ultima in classifica

Una maglia che oggi non esiste più ma che ha alle spalle una storia straordinaria. Ciò che ha spinto gli organizzatori a tingere di nero la maglia della peggiore in classifica è stato Giuseppe Ticozzelliun calciatore che si presentò al via dell’edizione del 1926 indossando una delle maglie da calcio, tutta nera. L’unico ciclista ad aver vinto due volte la maglia nera è stato Luigi Malabroccache così passò alla storia prima che, però, tutto degenerasse e la maglia nera fosse ufficialmente abolita.

Ticozzelli in bici, al suo primo e unico Giro d'Italia con la maglia nera

Ticozzelli in bici, al suo primo e unico Giro d’Italia con la maglia nera

Dalla seconda guerra mondiale in poi, infatti, in molti puntavano al premio stabilito per la maglia nera oltre che alla notorietà che dava, invece che ad un anonimo posto in mezzo alla classifica. A tal punto che c’è stato chi ha gareggiato per l’ultimo posto. Poi, le proteste di molti corridori hanno spinto l’organizzazione ad abolire la maglia per comportamento ritenuto eccessivamente antisportivo.

 
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