«Porto l’orgoglio dei liutai per dare forza alle imprese» – .

«Porto l’orgoglio dei liutai per dare forza alle imprese» – .
«Porto l’orgoglio dei liutai per dare forza alle imprese» – .

CREMONA – È il primo presidente di Confartigianato Cremona che viene dalla liuteria, e di questo ne è orgoglioso. Considera la sua nomina un ottimo riconoscimento per un settore in cui batte forte il cuore antico di Cremona, una delle leve a disposizione della città e del territorio per rilanciarsi a tutto campo, non solo sul fronte dell’artigianato. Stefano Trabucchi, 54 anni, originario della Valtellina, dopo aver trascorso la sua vita a Cremona, si trova ad affrontare una serie di sfide importanti. Dovrà interpretare, dopo la guida forte e illuminata di Massimo Rivoltiniuna fase delicata in cui servono una scossa e una serie di risposte tempestive a uno scenario che presenta non poche problematiche, a cominciare dal progressivo declino delle imprese artigiane.

La sede della Confartigianato Cremona

Quali sono le prime cose che vorresti affrontare?
«Come ho detto nel mio rapporto di liquidazione, punto innanzitutto ad allargare la base associativa, coinvolgendo quante più persone possibile, con nuove figure e nuove potenzialità. Altro obiettivo importante è seguire bene le imprese associate e lavorare per il territorio in sinergia con tutti gli enti, a cominciare da Comune, CremonaFiere e Camera di Commercio, per il suo sviluppo futuro. Allo stesso tempo è importante aumentare i servizi forniti, di cui le aziende devono accontentarsi. Così si mantengono e si incrementano i membri, tenendo conto anche della crisi che stanno attraversando molti corpi intermedi. Credo che ogni nuovo imprenditore, ogni artigiano che decide di mettersi in gioco, debba essere considerato un gioiello prezioso. Il suo futuro è incerto, come si è visto durante la crisi del Covid. Per questo va sempre sostenuto, coccolato e seguito”.

E anche ‘difeso’ da una burocrazia che lascia il segno in tutti i settori
«Troppo spesso le persone innovative, proattive, che accettano il rischio d’impresa e offrono lavoro, si trovano di fronte a rigidità e fardelli con cui è difficile convivere. È come se una parte del sistema tendesse continuamente ad andare indietro. Esistono, al contrario, esempi virtuosi legati ad enti e associazioni: iniziative che funzionano e si realizzano attraverso pochi semplici passaggi. Un chiaro esempio è dato da quegli eventi che si svolgono in città dove la maggior parte dei passaggi vengono gestiti dalla Camera di Commercio con una semplice richiesta. A volte un manager illuminato fa la differenza e permette di realizzare progetti importanti in tempi rapidi.”

Sei il primo presidente di Confartigianato che viene dalla liuteria
«Credo che essere il primo liutaio presidente di Confartigianato Cremona sia un ottimo riconoscimento per il mondo da cui provengo. Lì, come nell’associazione e nel team che mi affiancherà, ci sono ottimi professionisti provenienti dai diversi settori tipici dell’artigianato come quelli relativi alla casa, al manifatturiero, agli installatori e ai servizi alla persona e tanti altri che sono onorato di rappresentare” .

In questa lenta uscita dalla crisi dovuta prima alla pandemia, poi alla guerra in Ucraina e, infine, alla situazione in Medio Oriente, una delle costanti che lei ha evidenziato sono le difficoltà relative al credito. Un vero allarme
«Questo è un grosso problema che le nostre aziende incontrano continuamente. Per trovare le contromisure è necessario muoversi in sintonia con Confidi, istituzioni e banche. Solo così è possibile rimuovere quella grande trappola che pende sulla testa delle aziende”.

Un altro elemento che conta è la difficoltà del rapporto tra chi offre lavoro e chi lo cerca. Quale strada dovremmo intraprendere?
«Non abbiamo ricette. Quel che è certo è che il problema è reale e un numero crescente di nostre aziende lamenta la difficoltà di reperire personale da inserire in azienda, soprattutto a causa della mancanza di qualifiche. Partendo da questo punto debole, stiamo cercando di lavorare con le scuole e nelle scuole per introdurre il lavoro artigianale agli studenti delle scuole superiori ma anche a quelli delle scuole medie, in modo che possano avere più elementi a disposizione per scegliere quale scuola superiore frequentare e quale percorso intraprendere. prendere quando si pensa al lavoro. Nel nostro settore questo è molto importante perché, ripeto, è un grosso problema: le aziende cercano personale ma non lo trovano, con tutto ciò che questo comporta”.

E quali scenari trovate nelle scuole?
«Ci ​​concentriamo sulla fase post-allenamento. Entriamo nelle aule per far conoscere la bellezza e anche la passione del lavoro, non solo quello artigianale. Non nascondiamo le difficoltà che potremmo incontrare, che sono sotto gli occhi di tutti con la crisi Covid, accompagnata da un calo del 10% delle imprese artigiane. Ogni volta che si accende una passione, l’inizio di un percorso, quella tendenza a perdere un patrimonio unico, messa a dura prova anche da un passaggio generazionale notoriamente difficile, può essere invertita”.

Altro tema caldo è la difesa del Made in Italy. Lei è un liutaio, una figura professionale senza dubbio adatta ad affrontare questo fronte. C’è spazio di manovra per tutelare meglio i nostri marchi e il nostro know-how?
«Il Governo ha intrapreso una serie di azioni positive per difendere il Made in Italy ma, evidentemente, si può fare di più, soprattutto per affrontare l’italian sounding, l’imitazione delle nostre eccellenze enogastronomiche. Questo è un grosso problema per il settore alimentare. È difficile trovare risposte efficaci ma dobbiamo farlo. Noi liutai siamo i promotori assoluti del Made in Italy, soprattutto qui a Cremona, e questa è una delle cose che porto con orgoglio alla presidenza di Confartigianato”.

In questo contesto, pensando alla liuteria, consideri la Cina un’opportunità o un pericolo?
«Non ho mai avuto paura della Cina e credo che i contatti con quel grande Paese, mi riferisco alla liuteria, possano essere importanti. La loro produzione riguarda per lo più strumenti a basso costo realizzati in serie, un mercato diverso da quello che offrono i liutai cremonesi. Ed è vero che la diffusione di quei violini alimenta una passione che in alcuni casi porta a livelli di eccellenza. Quando un musicista fa un salto di qualità pretende strumenti di livello superiore ed è qui che entra in gioco la produzione e il know-how della liuteria cremonese”.

Andiamo verso il voto comunale, a poco più di un mese. Quali sono, secondo lei, i temi che dovrebbero caratterizzare questa campagna elettorale?
«Quelli più rilevanti sono diversi, ma io partirei dalla necessità di rendere Cremona più viva, di darle nuovamente centralità. Lo so, è difficile, ma dobbiamo fare qualcosa per contrastare il deserto commerciale che sta invadendo le nostre strade e che ormai è una delle prime cose che nota un turista. Questo dovrebbe essere uno dei temi prioritari insieme ad altri, come i trasporti e le infrastrutture. Come dicevo prima non esistono ricette, ma di una cosa sono convinto: bisogna lavorare insieme. Gli eventi di qualità che portano tante persone a Cremona sono una strada da percorrere, per questo Confartigianato li sostiene da sempre con vigore. Il Comune dovrà sostenerli ancora di più, perché sono eventi che richiamano in città migliaia di persone. Una vetrina unica”.

Un tema strategico al centro del dibattito elettorale è quello delle infrastrutture e dei trasporti.
«Siamo da sempre favorevoli al massimo sviluppo dei collegamenti e quindi delle infrastrutture, elemento strategico per le nostre imprese. L’isolamento ha sempre il suo prezzo. Il collegamento ferroviario tra Milano e Mantova va potenziato, come le altre linee. Per quanto riguarda l’autostrada Cremona-Mantova, mi auguro che la recente presa di posizione del governatore Fontana, che si è detto totalmente favorevole alla realizzazione dell’opera, fornendo anche indicazioni alle imprese locali, dia l’accelerazione necessaria per raggiungere l’obiettivo entro un termine ragionevole”.

 
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