Von der Leyen a Roma, ma c’è caos in agenda, gelo con FI – Elezioni Europee 2024 – .

Von der Leyen a Roma, ma c’è caos in agenda, gelo con FI – Elezioni Europee 2024 – .
Von der Leyen a Roma, ma c’è caos in agenda, gelo con FI – Elezioni Europee 2024 – .

A fine giornata, sulla terrazza di un famoso albergo romano, con alle spalle una Villa Borghese immersa nella luce estiva, una rilassata e sorridente Ursula von der Leyen saluta i giornalisti. Eppure il viaggio nella capitale è stata la tappa più difficile del suo tour in vista degli Europei. La presidente della Commissione Ue, da quando è sbarcata domenica sera a Roma per incontrare FI e sostenerla nell’avvio della campagna elettorale, ha dovuto fare i conti con un’agenda rimasta incerta fino alla fine e con una serie di incontri ristretti fino ad oggi dai riflettori, certamente non in linea con quanto accaduto finora in altri Paesi europei. Roma è una città chiave nella corsa al bis di von der Leyen a Palazzo Berlaymont. Ed è una sede in cui il presidente uscente può contare innanzitutto sul sostegno di FI, ma forse fino a un certo punto.

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A testimoniarlo, ecco le parole della vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, che, alla vigilia della sfida con gli azzurri, lo definì “un cavallo ormai zoppo”. Un cavallo su cui non dovresti più scommettere. Von der Leyen, come accaduto per tutti gli altri Paesi toccati dal suo tour, è arrivata in Italia su invito del punto di riferimento locale del Ppe, ovvero FI. Un invito quello formulato per la giornata di apertura del cammino italiano agli Europei, in programma nel pomeriggio all’EUR. Solo all’inizio della campagna von der Leyen non ci ha mai messo piede. La sua partecipazione non era prevista: von der Leyen è presidente della Commissione e l’evento dell’Eur è stato un evento elettorale di uno dei 4 partiti italiani associati al Ppe, hanno spiegato a mezzogiorno fonti informate. Il punto è che si è trattato dell’unico incontro pubblico che von der Leyen poteva avere in agenda. Un incontro simile a quello di venerdì a Spalato, quando lo Spitzenkandidat è intervenuto in apertura della campagna del partito del primo ministro Andrej Plenkovic, Hzd. A Roma, l’agenda pubblica e il clima (compresa una mini-protesta filo-palestinese) erano molto diversi. “Con von der Leyen le cose stanno andando bene”, ha assicurato Tajani. Il vicepremier e ministro degli Esteri ha infatti trascorso buona parte del pomeriggio con il presidente della Commissione.

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Prima a pranzo, con i ministri italiani e i capigruppo di Camera, Senato e Camera europea. Poi alla Fondazione De Gasperi, dove von der Leyen ha risposto alle domande dei giovani di FI. “Lo spirito di De Gasperi va tutelato. Più la politica porta soluzioni, più forte è la democrazia. E dobbiamo lottare per la democrazia”, ha sottolineato il candidato del Partito Popolare, soffermandosi sui temi più diversi, a cominciare dal Green Deal. Sul dossier “è necessario un approccio pragmatico e non ideologico”, ha avvertito Tajani mentre von der Leyen ha assicurato che, se gli obiettivi climatici non cambiano, verrà lasciata maggiore libertà su come raggiungerli. Sugli stessi temi si sono soffermati Tajani e von der Leyen incontrando il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e quello della Coldiretti, Ettore Prandini. La Presidente della Commissione è poi tornata in albergo, per proseguire il viaggio di ritorno verso Bruxelles. I cambiamenti all’ordine del giorno avvenuti nel giro di poche ore hanno sorpreso non poco il suo staff. Von der Leyen ha preso la cosa in modo più filosofico, consapevole che ogni Paese ha un contesto politico specifico con cui confrontarsi. E in Italia i leader del Ppe sanno da tempo che il dibattito sul sostegno al bis di Ursula potrebbe alimentare tensioni nella maggioranza e nel governo, con una Lega pronta a cavalcare l’onda sovranista e un premier, Giorgia Meloni , molto più aperto a una collaborazione con von der Leyen. La linea, da parte del presidente uscente, non cambia. In un’intervista all’ANSA, von der Leyen ha ribadito la necessità di “un’ampia coalizione di forze europeiste che cooperino” in uno dei momenti chiave della storia del Vecchio Continente. Forze pro-Ucraina e pro-stato di diritto. Forze in cui, in teoria, il Ppe include Fratelli d’Italia. Anche se resta da vedere la composizione della nuova maggioranza. I cambi di maglia, a destra e all’estrema destra, sono previsti dai Popolari. Uno, in particolare, potrebbe minare il dialogo tra PPE e FDI all’interno della Camera europea: l’ingresso di Viktor Orban nel gruppo dei Conservatori e Riformisti.

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