“Fa bene l’adeguamento delle tariffe relative ai servizi socio-sanitari da parte della Regione, ma ora anche i Comuni devono fare la loro parte” – .

“Fa bene l’adeguamento delle tariffe relative ai servizi socio-sanitari da parte della Regione, ma ora anche i Comuni devono fare la loro parte” – .
“Fa bene l’adeguamento delle tariffe relative ai servizi socio-sanitari da parte della Regione, ma ora anche i Comuni devono fare la loro parte” – .

“Solo Città di Castello e Orvieto lo hanno fatto”

In Umbria sono attive circa 300 cooperative sociali che erogano servizi alla persona e si occupano di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Nelle 300 cooperative sociali umbre sono impiegati 9.500 lavoratori. Di questi, circa 1000 sono persone con disabilità o persone svantaggiate. Dobbiamo considerare che il valore della produzione aggregata della cooperativa sociale umbra è di circa 300 milioni di euro e che il rinnovo contrattuale produrrà un aumento del costo del lavoro di 10 milioni di euro nel 2016, di 25 milioni di euro nel 2025, che raggiungerà i 30 milioni nel 2026. .
Altro elemento importante è che il 90% dei ricavi delle cooperative sociali umbre sono ricavi che derivano da un contratto che le cooperative hanno con una pubblica amministrazione, ASL, Comuni, scuole e altri enti territoriali. È chiaro quindi che solo con un tempestivo adeguamento dei contratti da parte delle pubbliche amministrazioni la cooperazione sociale potrà garantire il significativo incremento salariale dei lavoratori.
L’approvazione da parte della Giunta Regionale della DGR, che definisce le nuove tariffe relative ai servizi socio-sanitari, è un atto estremamente importante perché adegua tali tariffe tenendo conto del maggior costo del lavoro derivante dal rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per Cooperazione Sociale. E si conclude un percorso di riforma dei servizi sociali e sanitari avviato da questo Consiglio all’inizio della legislatura. Questo atto è estremamente importante anche perché sana un ritardo accumulato dalla Regione Umbria negli ultimi 15 anni e elemento ancora più significativo perché conclude un processo di riforma del modello normativo della Regione Umbria.
Nei rapporti che la Regione intrattiene con gli enti del terzo settore e con i soggetti del privato sociale, la riforma del modello normativo ha visto due passi importanti: il primo nel 2023 con l’approvazione della legge regionale sulla amministrazione condivisa e il secondo nel 2024, con l’approvazione della legge regionale sulla qualità del lavoro nei servizi alla persona. Considerato, infine, che negli ultimi mesi è stato rinnovato il contratto di cooperazione sociale e si tratta di un rinnovo che consente ai lavoratori di recuperare potere d’acquisto e che però genera anche un notevole aumento dei costi di oltre 15 punti percentuali per le imprese.
E secondo me è utile sottolineare anche un altro dato e cioè che la Giunta regionale ha dato una chiara indicazione alle aziende Asl che hanno adeguato i contratti in essere con le cooperative sociali. Quindi da un lato c’è la pubblicazione delle nuove tariffe, dall’altro abbiamo anche gli appositi contratti da parte delle Asl. Voglio chiudere queste considerazioni con una nota negativa, che non riguarda la Regione Umbria ma che riguarda i Comuni dell’Umbria. Infatti, per quanto riguarda la risoluzione dei contratti che i Comuni hanno con le cooperative sociali, abbiamo alcuni rari casi virtuosi, cioè situazioni in cui i Comuni, come è successo a Città di Castello ad Orvieto, hanno adeguato i contratti esistenti. E poi abbiamo una nutrita serie di casi in cui i Comuni ad oggi non hanno ancora apportato questo miglioramento.
In alcuni casi hanno preso direzioni che però non vincono concretamente le amministrazioni. Ed è per questo che chiediamo a tutti i Comuni, a partire dai Comuni capofila delle aree sociali, di comportarsi come hanno fatto le aziende Asl in Umbria e quindi di adeguare subito, con validità 1° febbraio, i contratti che hanno con le cooperative sociali.

 
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