Incontro a Cuneo sulla persecuzione dei Sinti e dei Rom con la scrittrice Chiara Nencini – Targatocn.it – .

Incontro a Cuneo sulla persecuzione dei Sinti e dei Rom con la scrittrice Chiara Nencini – Targatocn.it – .
Incontro a Cuneo sulla persecuzione dei Sinti e dei Rom con la scrittrice Chiara Nencini – Targatocn.it – .

Venerdì 7 giugno alle ore 18, presso la Sala CDT di Largo Barale 1, su iniziativa dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, si svolgerà un incontro sulla persecuzione dei Sinti e dei Rom nell’Italia fascista. Protagonista dell’iniziativa sarà Chiara Nencioni, dottoranda in Storia all’Università di Pisa, che ha recentemente dedicato il suo libro al tema A forza di essere vento. Con lei parlerà il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Gigi Garelli.

Sono stati invitati a partecipare all’incontro anche alcuni rappresentanti del villaggio Sinto di Cerialdo, di cui ha fatto parte per anni Amilcare Debar, detto Taro, impegnato durante la Resistenza nel battaglione “Dante di Nanni” della 48a Brigata Garibaldi al comando al comando di Pompeo Colajanni, e rappresentante del suo popolo presso le Nazioni Unite nel secondo dopoguerra.

Ingresso gratuito, soggetto a disponibilità. Informazioni: 349.1934153

Chiara Nencioni, già dottoranda in filologia classica, è attualmente dottoranda in Storia, indirizzo contemporaneo, presso l’Università di Pisa. Svolge attività di ricerca ed è giornalista iscritta all’albo nazionale dei pubblicisti. Membro del direttivo dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Lucca, fa parte del comitato scientifico del corso di specializzazione in Educazione alla Shoah dell’Università di Firenze, della redazione della rivista in linea dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri dedicato all’insegnamento della storia novecento.org e la redazione della rivista scientifica Documenti e studi. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi, in Italia e all’estero, sulla Shoah, sul Porrajmos, sul genocidio di Srebrenica e sulla complessa vicenda del confine orientale. Il suo libro è appena uscito A forza di essere vento dedicato alla persecuzione dei rom e dei sinti nell’Italia fascista.

Si sa ancora poco, troppo poco, della persecuzione dei Sinti e dei Rom perpetrata dal nazismo e dal fascismo in Europa e nel nostro Paese.

Per anni si ignorò la sorte degli “zingari”: mandati a morire nei campi di concentramento del Terzo Reich dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, uccisi in Croazia dai collaborazionisti ustaša o espulsi dal confine orientale in Italia e rinchiusi in campi di concentramento lungo tutta la penisola.

Il libro di Chiara Nencioni, A forza di essere vento, ha il merito di aver trasposto sulla stampa le parole che i testimoni diretti della persecuzione fascista, Sinti e Rom, avevano affidato a interviste e a un’oralità che rischiavano di andare perduta. Il risultato è una voce comunitaria, come spesso accade quando si tratta di queste popolazioni, che chiede essenzialmente di essere ascoltata.

«Ci ​​hanno mandato a morire, ci hanno messo su questi carri senza mangiare, senza bere, e questi rom se ne andavano contenti: chi prendeva la fisarmonica, chi il violino, chi la chitarra e cantavano credendosi mandati a lavorare. Dove li hanno mandati invece? Ad Auschwitz! È un racconto “dal basso” che ripercorre i tanti rivoli di una storia trascurata, la cui ricostruzione non è solo un indispensabile esercizio di memoria, ma serve a riflettere sul presente di un popolo guardato ancora oggi con sospetto e pregiudizio.

 
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