Il Museo Lia propone un Grand Tour in miniatura in un viaggio coinvolgente e unico – .

Il Grande Giro. Un privilegio di pochi, diventa patrimonio di tutti attraverso la mostra “L’arte di viaggiare. L’Italia e il Grand Tour” del Museo Lia, presentato questa mattina in anteprima alla stampa, che si terrà fino al 27 ottobre 2024. Il titolo è eloquente e annuncia un viaggio, il cui percorso è al passo con la modernità senza il Svanisce la magia del passato, che immerge lo spettatore in un’epoca non poi così lontana. Il paragone non è ardito se si pensa a ciò che hanno in comune Settecento, Ottocento e Novecento: il turismo. Se trecentoduecento anni fa, il Grand Tour rappresentava la tappa affinché i rampolli europei entrassero nell’età adulta, per non essere considerati da meno, oggi i viaggi in Europa sono più alla portata di tutti e con il percorso artistico proposto dal Museo Lia, sotto lo sguardo attento del direttore Andrea Marmori e il contributo di Barbara Viale, con l’impegno dei Servizi Culturali e del Comune della Spezia e le installazioni di Emanuele Martera, rende accessibile quello che in passato non sarebbe stato: un viaggio attraverso le tappe “obbligate” italiane, ovvero Venezia, Firenze, Roma e Napoli, ma con qualcosa in più.

Le sale dedicate alla mostra sono cinque e mirano innanzitutto a raccontare l’essenza stessa del Grand Tour e perché l’Italia era la più ricercata: in Grecia resta l’Impero Ottomano, nel Belpaese sicuramente già all’epoca erano tracce della grandezza dell’Impero Romano, del Rinascimento, della maestosità della Serenissima e di un clima invidiabile. Elementi che per tornare al presente, escludendo il cambiamento climatico, sono forti ancora oggi e affascinano milioni di visitatori da tutto il mondo.

La Spezia non ha certamente tutte queste caratteristiche, per ragioni oggettive, ma a suo vantaggio ha racchiusa tra le mura del Museo Lia una delle collezioni più prestigiose e riconosciute al mondo. Ed è così che il complesso spezzino, in un anno di intenso lavoro, ha potuto ottenere in prestito una cinquantina di opere a confronto con altri pezzi di straordinaria bellezza e importanza della collezione Lia, donati dalla famiglia alla città. Il risultato è un’installazione unica per la città ma che ha tutte le potenzialità per attirare l’attenzione a livello globale. I prestiti per la mostra provengono da tutta Italia, tra gli altri, dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, dai Musei Civici di Padova, dal Museo di Roma e dalla Collezione d’Arte della Fondazione Cariplo.

Già dalla prima sala, dedicata all’idea stessa del Grand Tour, si evidenziano alcuni elementi, tra cui gli “oggetti” necessari per un viaggio di questa portata, custoditi in una teca. Nel corso dell’anteprima stampa, il regista Andrea Marmori ha illustrato alcune delle opere presenti. Durante la presentazione ha inoltre aggiunto: “Due cose erano necessarie nel Grand Tour: confrontarsi con la scultura di Canova e farsi ritrarre da Pompeo Batoni”.

Per la mostra le sale Lia, precedentemente dedicate anche ai paesaggisti, sono state completamente rivoluzionate. Ci si imbatte subito nella magica Venezia e nell’allestimento è stato ricreato l’effetto “canale”, gli spettatori sono immersi al punto da pensare di essere tra i ponti e i camminamenti della Serenissima. Tra un Tintoretto, una Venezia che cambia e decade e alcuni paesaggi “Capriccio” dove si vedono rovine romane in contesti che non esistono nella realtà ma diventano un’antica cartolina pittorica di un grande viaggio, lo spettatore si ritrova nei colori brillanti di Roma. Particolare l’ingresso di quest’ala: riporta la scritta “Roma” in corsivo, a differenza delle altre in stampatello minuscolo, che ricrea la grafia di un gran turista dell’epoca. Inoltre, tra un’opera e l’altra, sono state ricreate delle nicchie dalle quali si intravedono inconfondibili vedute romane a partire dal Colosseo. Poi è la volta delle sfumature fiorentine, poi chiude Napoli dove alcuni affreschi pompeiani sono stati ricreati su carta da parati.
Una mostra, per La Spezia, unica nel suo genere, qualcosa di mai vista e considerata dal sindaco Pierluigi Peracchini: “La più bella mai vista in questo luogo. ‘L’arte di viaggiare. L’Italia e il Grand Tour’ è una mostra di grande valore che conferma il nostro percorso “A. Lia” tra le strutture italiane in grado di ospitare mostre di livello internazionale. La mostra, che apre al pubblico domani pomeriggio, vanta capolavori eccezionali e prestiti prestigiosi, destinati ad affascinare e attirare un vasto pubblico. La mostra ci condurrà sulle tracce dei viaggiatori tra il Settecento e l’Ottocento, alla scoperta dell’Italia attraverso città come Venezia, Firenze, Roma, Napoli e, successivamente, il nostro Golfo dei Poeti: una splendida occasione per ammirare dal vivo opere uniche, per approfondire la conoscenza delle nostre collezioni e seguire le orme dei giovani rampolli dell’aristocrazia europea, conquistati dalla bellezza di luoghi unici al mondo”.
Non solo il Grand Tour nelle “tappe obbligate” ma anche La Spezia occupa un posto particolare” L’Italia è stata il Paese della memoria – specifica una nota diffusa dagli enti coinvolti nella realizzazione dell’Esposizione – e il grande giardino d’Europa, e anche il golfo e la sua città diventano meta, seppure tardiva, di questi pellegrinaggi colti, una vera attrazione naturale poiché, come affermò John Ruskin nel 1845 quando qui arrivò la luce della luna, nessun altro luogo è ‘destinato all’acquerello’. Con Agostino Fossati si conclude questo grande tour sviluppato al “Piccolo Louvre” di Via Prione.
“Accanto a questo tratto principale, si affianca un itinerario che illustra la scoperta e l’interesse turistico del Golfo della Spezia e della Riviera con il suo immediato entroterra – conclude la nota -. L’acquerello di Turner e Girtin presente nelle collezioni del Museo, raffigurante un tratto della costa spezzina, diventa un utile collegamento per introdurre questa sezione posta in dialogo con un altro cospicuo nucleo materiale proveniente da altre collezioni civiche. In particolare, la raccolta di dipinti di Agostino Fossati esposta nell’adiacente Palazzina delle Arti costituisce un capitolo di particolare pregio utile per illustrare il territorio e la città”.

“L’arte di viaggiare. L’Italia e il Grand Tour”

 
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