è l’unica leader donna del G7 e limita i diritti delle donne” – .

BOLOGNA – Arriva con un sorriso Elly Schlein in Piazza Maggiore sul palco di RepIdee. Intervistato dal regista Maurizio Molinari, in un incontro dal titolo “Dopo il voto, l’Italia in Europa”, affronta subito il tema del G7 di Borgo Egnazia e il riferimento all’aborto scomparso nel documento finale. «Fa molta rabbia vedere l’unica leader donna del G7 limitare i diritti delle donne. Non ci serve un primo ministro donna che non si batta per le donne. L’unica cosa concreta che ha fatto la Meloni riguardo alla sanità pubblica è stata far entrare gli antiabortisti nelle cliniche. Questa storia mi ha fatto arrabbiare. Ieri ho letto le parole di Macron: vorrei rassicurarlo che quella non è stata una scelta dell’Italia, ma del presidente del Consiglio”.

Come giudica il segretario Dem il voto alle elezioni europee? «Il Pd ha recuperato cinque punti ed è cresciuto in termini di voti effettivi, mentre FdI ha perso 700mila voti ed è cresciuta in percentuale solo grazie all’astensionismo. In un anno e mezzo abbiamo dimezzato la distanza, il messaggio è: stiamo arrivando”.

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In Aula si discute di due riforme pericolose. Il primo, il premier: «Limitare il Parlamento non è democrazia, è indebolire la figura del presidente della Repubblica. La forma di governo di un Paese non può essere cambiata con l’aiuto di una maggioranza”. E poi la riforma delle autonomie differenziate: «Spacca a metà un Paese che invece va ricucito. L’opposizione ha il dovere di manifestare contro queste riforme per difendere l’unità nazionale”. Martedì Schlein sarà a Roma in piazza Santi Apostoli. «È importante tornare a testimoniare che l’opposizione c’è. Un’alternativa a questi partiti di destra è possibile e il Partito Democratico ne è la pietra angolare. Dobbiamo mettere insieme un programma di governo diverso per battere Giorgia Meloni”.


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Le priorità per Schlein sono chiare: «Il Pd difende la sanità pubblica e universale dai tagli della destra. Ho trovato goffo il tentativo della maggioranza a cinque giorni dalle elezioni. Hanno presentato un decreto spazzatura su liste d’attesa infinite senza metterci un solo euro. Era uno scherzo. Abbiamo presentato un disegno di legge che porta la mia firma: servono più risorse per la sanità pubblica e un piano assunzioni straordinario. Le fasce più deboli della popolazione rinunciano alle cure. Non possiamo accettarlo”.

Il segretario del Pd colpisce duro anche sulla questione della scuola pubblica: «Non vogliamo più sentir parlare di merito, prima bisogna garantire pari condizioni di partenza ai ragazzi. Non vogliamo più sentire un ministro che dice che bisogna ridurre il numero degli stranieri nelle classi: non ci sono stranieri nelle classi. Bisogna cambiare quella legge e il centrosinistra ha commesso un errore. Quando aveva i numeri per farlo, non lo ha fatto. Dobbiamo aumentare il numero degli asili nido in Italia, che riducano le disuguaglianze e favoriscano il rapporto famiglia-lavoro. Dobbiamo aiutare il Sud a riscattarsi contribuendo a lottare contro la disoccupazione femminile. E abbiamo bisogno di pari congedo tra i genitori”.

Per Schlein non è più il momento di perdersi nelle polemiche: «Spero che il risultato elettorale di domenica faccia sentire questa responsabilità a tutte le forze dell’opposizione. Per noi l’unico avversario deve essere questo giusto”. Poi torna al voto: «L’astensione è cresciuta. C’è ancora così tanto da fare. Ma rimettere al centro le questioni più in difficoltà dell’Italia è il modo per ripristinare la fiducia nella politica. Continueremo a martellare ogni giorno il governo Meloni sulla questione salariale e sociale”.

Guardando all’Emilia-Romagna, territorio di cui è stata anche amministratrice in Regione, Schlein ricorda: «Gli imprenditori agricoli dell’Emilia-Romagna aspettano ancora i compensi del governo». E critica Bignami, che si dice pronto a ritirare quelli per gli alluvionati «se ci sono altri-diretti o diretti dal Pd: quando sei amministratore lo fai anche per chi non ti ha votato».

L’attenzione torna all’Europa e alle recentissime elezioni. L’avanzata della destra in Europa è avvenuta «in Francia, in Germania, in Austria. Ma non esiste una possibile maggioranza di destra. Noi invece ricopriremo il ruolo di prima delegazione nel gruppo socialdemocratico. Sveleremo le loro contraddizioni: gli alleati di Salvini e Meloni sono quelli che in Olanda portavano un cartello con scritto ‘in Italia neanche un centesimo’. Dire “meno Europa” va contro gli interessi italiani”. Si collega così al pensiero espresso poco fa in piazza Maggiore dall’eurocommissario Paolo Gentiloni.

 
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