Sulla Rai – va in onda il documentario ‘Cosenza Cosangeles, tra mito, presente e futuro’.

ROMA – C’è Lavinia, attivista per i diritti civili e neo mamma, ci sono Marina e Mario, tornati a casa dopo tanti anni al nord, c’è John, che vive lì da 40 anni e c’è Karina, che studia all’università . Chi resta, chi ritorna, chi arriva. Tutti assillati dalla stessa domanda: “Perché in Calabria?”. Una scelta inaspettata, spiegata con queste parole dall’antropologo Vito Teti: “Non rimani del tutto, non te ne vai mai del tutto. La vita è sempre altrove”. Ma c’è tantissima vita in questa città del “nord del sud”. Lo racconta Il cosentino Alessandro Nucci, autore del doc “Cosenza, Cosangeles”, in onda domenica 16 giugno alle 22.10 su Rai 5. I suoi abitanti amano chiamarla Cosangeles. UN crasi coniatasecondo il giornalista Paride Leporace, dell’attore Peppino Picciotto mentre parlano con Ornella Muti e Paolo Villaggio, che raccontano i loro grandi viaggi: “Sono di Cosangeles, vicino a San Francisco de Paola”.

Nella rivendicazione di questa provincialità c’è tutto lo spirito cosmopolita della città. Un luogo dove il centro storico è accanto e non in mezzo al centro urbano, dando vita ad una dicotomia e all’abbandono della città vecchia, dove non camminano più nemmeno i cosentini. Al giorno d’oggi, ci incontriamo lì solo il 12 febbraio per celebrare il Madonna del Pilerio, protettore di Cosenza. In Corso Telesio, nell’antica via dei mercanti che prende il nome dal filosofo cosentino, le attività commerciali continuano a chiudere. Chi soggiorna nel centro storico è come a’ ficuzza, l’albero simbolo dei cosentini, incastonato nelle mura della città vecchia. Una città aperta, ma sempre legata alle sue tradizioni, anche bizzarre come quella degli auguri di Natale alle 21 della vigilia di Natale.

È unica anche nella sua linguadiverso dagli altri dialetti calabresi, che iil linguista storico John Trumper studia da quando è arrivato all’Università della Calabria appena fondata, 40 anni fa: “Era un ambiente nuovo con persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Le Calabrie linguistiche sono almeno cinque, per studiarle è stato necessario un soggiorno prolungato”. Se Cosenza è Cosangeles, l’Unical è l’Università della Calabria, non della California. Ma l’eccellenza nasce anche qui nel campo dell’intelligenza artificiale, come spiega il professor Gianluigi Greco, responsabile dell’Associazione italiana per l’intelligenza artificiale: “La Calabria è una terra di innovazione che punta sul digitale, con una delle più grandi d’Italia. Viaggi, impari e poi ritorni nella tua terra”. E chi non torna ha sempre nostalgia.

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