“Gente cattiva ha estrapolato le condanne contro Djokovic, servivano solo per incoraggiare Musetti” – .

Corrado Barazzutti su Fanpage.it ha fatto il punto sul Roland Garros di Lorenzo Musetti, con il quale collabora, soffermandosi sul match contro Djokovic e sui suggerimenti dati al tennista italiano durante il match.

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Corrado Barazzutti e Simone Tartarini, sugli spalti del Roland Garros, ha provato in tutti i modi a spingere Lorenzo Musetti alla società contro Djokovic. L’icona del tennis italiano collabora da diversi mesi con Carrarino per cercare di aiutarlo ad alzare ulteriormente l’asticella. Proprio contro Nole si è rivisto il miglior Muso anche se poi il fuoriclasse serbo è emerso e ha superato l’ostacolo in rimonta.

Barazzutti, ex numero 7 del mondo e in passato capitano delle squadre italiane di tennis maschile e femminile, ha parlato a Fanpage del momento Musetti, soffermandosi sul percorso condiviso e sulla partita contro Djokovic. Immancabile anche la battuta sulle polemiche per le frasi pronunciate da lui e dall’allenatore Tartarini per incoraggiare il proprio tennista. Una situazione che ha sconvolto Barazzutti: “C’è gente cattiva che specula, le nostre frasi sono state estrapolate perché abbiamo solo incoraggiato Lorenzo“.

Barazzutti, finalmente abbiamo visto il vero Musetti al Roland Garros. Ha ritrovato completamente se stesso?
“Musetti è quello che abbiamo visto contro Djokovic e nei turni precedenti il ​​Roland Garros. Questo è il tennis che sa giocare e che deve esprimere. In questo momento ha ritrovato se stesso, sia a livello caratteriale che di gioco, e riesce ad esprimersi agli altissimi livelli che gli appartengono e le sue potenzialità.

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Da Lorenzo ci si aspetta sempre molto: è difficile far capire ai tifosi che un atleta professionista può avere giornate e periodi brutti, come tutti?
“Ogni ragazzo ha i suoi tempi di maturità, c’è chi arriva prima e chi ha un percorso più lento. Gli alti e bassi fanno parte della vita tennistica dei giocatori. Devi essere in grado di gestire questi momenti. Nel caso dei giocatori giovani con un grande potenziale, hanno tempo per migliorare e maturare. È chiaro che tutti si aspettano sempre molto, e soprattutto chi guarda il tennis dopo, è meno paziente, richiede pazienza perché è tutto frutto di un lavoro certosino. Ci sono momenti belli e momenti meno belli, ma è importante essere sempre lucidi, equilibrati e lavorare nella giusta direzione”.

La tua collaborazione con Lorenzo ha vissuto momenti di difficoltà a causa della sua mancanza di risultati?
“Assolutamente no. Ho avuto l’onore di lavorare con un giocatore come Musetti ed è una cosa che farebbe piacere a qualsiasi allenatore. Sono stato contattato da Tartarini, il suo allenatore, che in pratica è quello che ha lavorato e ha sempre lavorato con Lorenzo. Ha un percorso invidiabile perché lo ha intrapreso quando era piccolo e lo ha portato a questi livelli. Ho una grande esperienza che ho messo a disposizione sia di Lorenzo che di Simone e che spero possa rappresentare un contributo importante per la squadra. crescita”.

Si è creata quindi una bella sinergia con Tartarini e Musetti.
“Tartarini è il grande creatore di Musetti e speriamo che Lorenzo possa continuare a crescere, diventando uno dei migliori giocatori al mondo, in maniera sempre più continua. Ha dimostrato di avere un grande potenziale e ormai sono 3-4 settimane che gioca ad altissimi livelli. È stato un approccio complicato, anche perché Simone e Lorenzo sono molto disponibili ed è molto facile relazionarsi con loro. Anche Tartarini secondo me è uno dei migliori allenatori e ha fatto questa scelta per avermi accanto per un ulteriore contributo”.

In generale, pensi che questa idea delle collaborazioni, o del Supercoach, possa essere sempre proficua?
“Credo che potrebbero essere molte cose. Sono diversi i giocatori che hanno un allenatore storico e poi le collaborazioni. È il caso di Sinner che è cambiato e ha due allenatori, Vagnozzi e Cahill che collaborano insieme. Credo che in alcuni casi possa essere un percorso, o una scelta a cui si arriva per cercare di dare un contributo maggiore al giocatore. Penso che possa essere costruttivo”.

Tornando al match tra Musetti e Djokovic, Nole sembrava perduto e finito, poi si è rialzato. Pensi che la partita sia stata più vinta da lui che persa da Lorenzo?
“Ho avuto questa sensazione. C’è stato un momento in cui Lorenzo aveva la partita in mano: era lui a gestire la gara. E lo ha dichiarato anche Djokovic che ha detto ‘Non sapevo più cosa fare per segnare un punto’. E tra l’altro ho avuto la sensazione che Nole fosse esausto dopo tre set piuttosto duri. guarda, è stanco, è morto, fallo muovere.’ Poi all’improvviso nel quarto set, sul 3-2, 40-30 Musetti ha commesso un doppio fallo, e Djokovic ha avuto un sussulto. La partita è cambiata: è come se avesse dato la possibilità di rimettersi in gioco e riprenderla e da lì non ci fosse più niente da fare”.

Insomma, Djokovic l’ha impressionata, è letteralmente rinato.
“Un Djokovic che mi sarei aspettato nel primo set, ma non nel quarto e quinto dopo una partita molto dura vista la bravura di Musetti e considerata la sua età. Non mi sarei aspettato che Novak uscisse con una forza fisica così prepotente. Sono rimasto molto sorpreso, perché poi Lorenzo è rimasto quasi schiacciato dal gioco e dall’esuberanza di Djokovic che si è mosso e ha risposto molto bene, come se avesse ritrovato un’energia che aveva tenuto nascosta. Non possiamo fare altro che inchinarci, perché dobbiamo ricordarci che lui è il più grande giocatore di tutti i tempi, altrimenti non farebbe quello che fa. Tanto di cappello e rispetto per Nole, che ha dimostrato di essere un campione. C’è stato un momento in cui Musetti lo aveva surclassato e sì, ha visto che soffriva anche negli scambi lunghi. Si è ripreso”.

Si è parlato molto delle parole sue e di Tartarini a Musetti durante la partita (“fatelo muovere, è finito, è morto”, “fra 15 minuti sarà tutto finito”). Pensi che sia stato esagerato?
“Ho letto che sono state estrapolate alcune nostre frasi che in realtà non mi sembrano niente di male. Non ho capito perché si è alzato un grido quando abbiamo detto ‘fallo muovere perché è morto’ o quando abbiamo detto a Tartarini ‘visto che è così cattivo che dovrebbe andare in pensione’. Niente di che, Simone ha detto tipo ‘gioca così che la partita finisce presto’ o qualcosa del genere, ma lo ha detto perché c’è stato un momento in cui Musetti ha avuto un problema alla gamba, era semplicemente un problema. incoraggiamento a giocare. Erano messaggi per incoraggiarlo.

Possiamo chiamarli consigli da spogliatoio con telecamere troppo invasive?
«A parte questo, non credo che abbiamo detto qualcosa di offensivo nei confronti di nessuno, è chiaro che questi microfoni aperti potrebbero far sentire anche una parolaccia, perché lì si parla liberamente senza preoccuparsi della loro presenza. Non so quanto valga. Vale la pena fare chiarezza. Soprattutto quando speculano: c’è gente cattiva che specula su frasi che, tra l’altro, non hanno nulla di offensivo. Nessuno ha insultato nessuno, ci siamo sentiti per mandare messaggi al nostro giocatore”.

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Quanto è stato difficile suonare di notte, fino alle 3 del mattino? Non credi che questa sia una situazione su cui vale la pena intervenire?
“C’è stata anche una lamentela da parte di Ruud che ha detto che il tennis è l’unico sport in cui si gioca fino alle 2-3 del mattino, ha ragione. A tutto c’è un limite: c’erano problemi perché c’era la partita di Dimitrov che doveva finire quel giorno, perché poi avrebbero dovuto giocare il giorno dopo visto che ha piovuto tutta la settimana. Era emergenza perché la pioggia causava ritardi, con partite che si accumulavano. Gli organizzatori fanno di tutto perché non succeda ma dipende dal meteo e sicuramente finire alle 3 non fa piacere a nessuno, ma a quell’ora gli atleti sono giocando in condizioni difficili”.

Tra routine e cose varie poi si è fatto anche più tardi, immagino.
“Alla fine siamo andati a letto alle 5 perché è tutto sconvolto: dopo la partita c’erano i media obbligatori, poi massaggi ecc., trasporto in albergo, un casino. Bisogna riconoscere che comunque l’organizzazione ha fatto il possibile perchè tutti i tempi sono stati ritardati a causa della pioggia. Ma come si dice nello spettacolo ‘lo spettacolo deve continuare’”.

 
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