Come si poteva intuire dalle dichiarazioni del giorno prima, probabilmente i giocatori della Nazionale ucraina avevano la testa altrove, e non tanto per questi Europei dove la loro presenza è comunque importante
I tanti messaggi arrivati dai soldati al fronte, di cui aveva parlato coach Rebrov, hanno scosso gli animi, ma non al punto da manifestare gli effetti sul campo, in uno stadio di Monaco gremito in gran parte di tifosi rumeni. I quali, a loro volta, erano quasi increduli per quanto stava accadendo davanti ai loro occhi. In campo, soprattutto nella ripresa, c’è quasi solo la Romania, con l’Ucraina che cerca di farcela nei primi 45′ ma troppo inconsistente in attacco, nonostante la presenza di un attaccante di altissimo livello come Dovbyk (al 23′ uno dei i suoi tiri finirono in corner) che piace ad alcuni club italiani. E i 109,1 chilometri percorsi dagli uomini di Rebrov sono serviti a poco o a nulla: nel calcio vince chi manda la palla in porta. Sono stati i rumeni a farlo, con il gol di Stanciu nel primo tempo che ha indirizzato la partita, e da quel momento il corso della partita non è più cambiato.
Il gol dell’1-0 nasce da un errore in uscita di Lunin, con la palla che arriva a Man che per primo serve Stanciu; l’attaccante controlla e con un bel tiro rasoterra mette la palla nell’incrocio dei pali alla destra del portiere avversario. Poco dopo, al 40′, proprio Stanciu sfiora il 2-0 calciando direttamente dalla bandierina del corner. Spinta dagli ‘italiani’ Ravan Marin e Man, la Romania ha dominato nel secondo tempo e ha segnato con R. Marin (rash finito nell’angolino basso, su cui Lunin è apparso incerto) e poi con Dragus in tap up assist ‘a il bacio’ di Man, gol convalidato dopo il controllo del VAR. A quel punto la partita non aveva più storia e la Romania ottenne la prima vittoria in un Mondiale o in un Europeo negli ultimi 24 anni
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