30 punti di sutura in faccia, due denti in meno e un omero fratturato. “Grazie a chi mi ha aiutato” – .

30 punti di sutura in faccia, due denti in meno e un omero fratturato. “Grazie a chi mi ha aiutato” – .
30 punti di sutura in faccia, due denti in meno e un omero fratturato. “Grazie a chi mi ha aiutato” – .

AGORDO (BELLUNO) – Poteva andare sicuramente peggio: ma trenta punti di sutura al viso, due denti in meno e un intervento chirurgico per ridurre la frattura dell’omero restano una sfida importante. Certamente Stefano Cecchini dovrà affrontare un lungo periodo di inattività e riabilitazione per tornare sui pedali. Era uno dei quattro ciclisti coinvolti nello spaventoso incidente di domenica Torniamo indietro insieme a un trentaquattrenne di Rovereto, un irlandese di 49 anni e un quarantaseienne di Bologna.

Cecchini è uno dei volti di spicco delle granfondo e un ciclista di notevole caratura, tanto che qualche anno fa c’era addirittura la possibilità di un suo passaggio ai ranghi dei professionisti. Classe 1978, inaspettatamente, a oltre trent’anni, comincia ad inanellare un’impressionante serie di vittorie nelle granfondo europee, con vittorie alla stessa Sportful Dolomiti Race, alla Maratona dles Dolomites (dove avviene il suo “lancio” della della bicicletta si fece discutere dopo aver tagliato trionfalmente il traguardo) e innumerevoli altri trionfi nelle competizioni più famose. Cecchini sapeva quindi guidare la bici e padroneggiare le traiettorie, dato che ciclisti di questo calibro raggiungono spesso velocità vicine ai 100 km/h in discesa. Ma Cecchini, nonostante i suoi ben noti riflessi, non poteva certo aspettarsi che quella macchina comparisse all’improvviso. Sui profili social Cecchini scrive: “Grazie di cuore a tutte le persone che mi sono state vicine e a chi mi ha aiutato e curato”. Cecchini è consapevole dei tempi di recupero necessari per risalire in moto e superare lo “shock” dell’incidente subito. La speranza è che al forte atleta lucchese, e agli altri tre sfortunati, torni la voglia di calcare le strade delle Dolomiti e accetti quindi una nuova sfida sulla cronometro.

La Corsa delle Dolomiti e le altre corse

Il tema della sicurezza nelle competizioni sportive tornerà con maggiore forza nei prossimi giorni poiché l’alta provincia sarà interessata da altre manifestazioni ciclistiche con chiusure di strade, tra cui il Dolomites Bike Day di sabato 22 giugno e la Maratona dles Dolomites del prossimo 7 luglio, anche se queste prevedono la chiusura totale al traffico per tutta la loro durata. Uno dei pionieri del ciclismo in Agordino e ideatore di diverse manifestazioni ciclistiche è Silvano Rudatis, che racconta il suo punto di vista: «L’evento di domenica potrebbe ripetersi più volte. Io e altri volontari forniamo servizi stradali alla corsa ciclistica a tappe Haute Route svizzera, che arriva nella nostra zona ogni estate. Controlliamo il percorso sui passi, ma molti automobilisti non obbediscono ai nostri ordini e ci chiedono frettolosamente che diritto abbiamo di fermare il traffico. La polizia dovrebbe quindi essere presente”.

Un’alternativa potrebbe essere quella di non chiudere affatto le strade, con i ciclisti che pedalano accanto al normale traffico veicolare. «In una gara come quella di domenica – prosegue Rudatis – credo sia impossibile. 3800 ciclisti sarebbero troppi nel normale traffico veicolare. Per le manifestazioni con numeri più contenuti, invece, penso di sì, come abbiamo fatto con il Re Giau, dove abbiamo pedalato tra le macchine, ma in quel caso c’erano un centinaio di ciclisti. Credo però che gli abitanti dei paesi possano tollerare un’ora di chiusura delle strade, soprattutto in questo periodo dove il flusso turistico non è ancora elevato”.

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Il Gazzettino

 
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