Sono già diversi i casi di calciatori argentini costretti a fuggire dalla propria patria: non solo Messi e Di Maria, ma anche il baby Prestianni.
La storia del calcio è piena di calciatori sudamericani, in particolare argentini, che lasciarono subito la propria terra d’origine per fare fortuna in Europa in squadre e campionati molto più conosciuti di quelli locali: eventi che nascondono certamente ambizione, voglia di riscatto. , nuova possibilità, ma ciò avviene in certi casi possono trasformarsi in storie di paura e di attacchi contro i diretti interessati, che non escludono nessuno, nemmeno se ti chiami Lionel Messi.
L’Argentina “rifiuta” i suoi campioni: il caso del giovane Prestianni
Lionel Messi è per molti il miglior calciatore del mondo e ci vorrebbe un libro intero per raccontare le sue imprese e il suo contributo al calcio europeo e mondiale: dopo aver lasciato il Barcellona, la squadra che lo ha cresciuto e reso famoso, tutti hanno pensato a un ritorno in patria come fece Diego Maradona: Messi invece ha deciso di andare prima al Paris Saint-Germain e poi volare negli Stati Uniti per vestire la maglia dell’Inter Miami dopo aver vinto il primo Mondiale con la maglia dell’Argentina.
La difficile e, per certi versi inaspettata, vittoria del Mondiale ha sicuramente legato ancora più indissolubilmente Messi al popolo argentino, ma nonostante questo non credo che l’ex campione del Barcellona abbia intenzione di chiudere la carriera in patria: ciò è dovuto anche ad un episodio a dir poco sfortunato accaduto lo scorso anno quando alcuni individui provenienti dalla malavita di Rosario, città natale del calciatore, hanno sparato 14 colpi di pistola contro la serranda del supermercato di Antonela Roccuzzo, moglie del campione, lasciando anche un biglietto minaccioso per il numero 10 argentino.
Il caso di Leo Messi, purtroppo, non è l’unico: un episodio simile è capitato ad Angel Di Maria, anche lui originario di Rosario. L’ex giocatore di Real Madrid, PSG e Juventus ha deciso di chiudere la carriera al Benfica, la sua prima squadra europea, piuttosto che tornare in patria: il motivo sarebbe riconducibile a diverse minacce rivolte al calciatore argentino a cui sarebbe stato ordinato di non giocare ritornare in patria, pena l’uccisione di un suo familiare.
Casi di malavita e criminalità che non lasciano scampo nemmeno ai giovani talenti del calcio argentino: La scorsa estate il giovane italo-argentino Gianluca Prestianni, 18enne ora acquistato dal Benfica, è stato aggredito da alcuni tifosi argentini del Velez, squadra per cui giocava, in seguito ad una sconfitta. Prestianni sarebbe stato aggredito in macchina, tirato per il collo e minacciato pesantemente e questo episodio avrebbe spinto il giovane talento a lasciare immediatamente la sua terra natale.