Il “Cristo Rosso” di Cerignola, figura emblematica dei riti della Settimana Santa – .

Il “Cristo Rosso” di Cerignola, figura emblematica dei riti della Settimana Santa – .
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La figura più emblematica dei riti della Settimana Santa di Cerignola è il penitente vestito di rosso che porta sulla spalla sinistra una pesante croce di legno, identificato dalla tradizione popolare come “il Cireneo”. Questa figura partecipa in posizione chiave alle cinque processioni che si svolgono il Venerdì di Passione e il Sabato Santo. Di questo dato c’è stata un’analisi da parte del sociologo prof. Roberto Cipriani dell’Università Roma Tre, il quale, riprendendo un’espressione già di uso popolare come il “Cristo Rosso”, nel 1978 il sociologo presentò per la prima volta questo significato nel suo saggio “Di Vittorio e il Cristo Rosso di Cerignola”. Cipriani ne sottolineava così il carattere polisemico nel suo contesto storico, come acutamente esposto anche nel suo libro Il Cristo Rosso. Riti e simboli, religione e politica nella cultura popolare, Ianua, Roma 1985. Il “Cristo rosso”, che indossa una tunica rossa e un cappuccio dello stesso colore, con due piccole aperture all’altezza degli occhi, sui fianchi una corda annodata in più punti, procede a piedi nudi, con la testa rivolta corona di spine, portando una pesante croce. Lui tace sempre, e questa figura non ha solo un valore religioso, ma anche antropologico.

Nella percezione popolare diventa il mezzo più realistico del messaggio salvifico. Anche se cambia, è una rappresentazione in cui l’atteggiamento è pieno pathos dei vari protagonisti viene interpretata diversamente dai “Cristi Rossi” che compiono il rito. I simboli chiave della vita e della morte sono condensati nella figura del “Cristo rosso”. Nella drammatizzazione il “Cristo Rosso” si inginocchia come una caduta mentre passa davanti alla chiesa del Purgatorio, così come al ritorno delle varie processioni. La caduta sotto la croce serve a espiare i peccati. La croce, che conferisce sacralità, ricorda la passione di Cristo. I piedi nudi sono un segno di umiltà. La corda, dalla vita ai fianchi, è simbolo di sottomissione. La tunica e il cappuccio del “Cristo rosso” si riferiscono al colore della tunica indossata da Gesù il giorno della sua passione, ed è simbolo di regalità. La corona di spine sul capo è l’affermazione-negazione della regalità di Cristo.

Il “Cristo Rosso” è documentato da diverse generazioni, come ricordato da Giuseppe Conte (Cerignola, 1901-Roma, 1993), che lo rappresentò dal 1923 al 1981, così come Giuseppe Lorusso (Cerignola, 1922-2006), che lo rappresentò anche it dal 1954 al 1995. È ragionevole ipotizzare che a Cerignola la pratica attuale risalga al XVII-XVIII secolo. Ciò è confermato da alcuni punti di convergenza tra elementi storico-culturali, come i nazareni de la Semana Santa a Siviglia, e anche nel Sud Italia con alcune varianti a Gallipoli (LE), Francavilla Fontana (BR) e Verbiraro (CS), e in altre località. Ulteriore conferma di ciò è la presenza di croci in legno policromo, del peso di circa 40 kg, di colore nero, ornate con i simboli della passione di Cristo, le più antiche risalenti al XVIII-XIX secolo, che sono conservate nella sede della chiesa. delle Confraternite e portato nelle varie processioni dai “Cristi Rossi”. Le croci, completamente nere, sono portate da due “Cristi rossi” nella processione notturna del Venerdì Santo, in cui si svolge il simulacro delAddolorato (XVIII secolo), con la statua lignea policroma di Cristo morto (fine XVII-inizi XVIII secolo), dove è presente l’elemento simbolico del “Cristo vivo” rappresentato dal “Cristo rosso”, con la statua del Cristo morto. Tra le croci solo quella della Confraternita di Maria SS. L’Addolorata, fondata nel 1786, è di colore rosso con dipinti i simboli della passione di Cristo, recante in basso la seguente iscrizione: ADV/MF/1879.

Similitudini con la figura del “Cristo rosso” si ritrovano nella pratica devozionale Via Crucis, avvenuto a Cerignola nel XVIII secolo. Ecco, attingendo daApprezzo Cerignola del 1758, redatto dal “tavolario” ingegnere Costantino Manni, rintracciato dallo scrivente nell’Archivio di Stato di Napoli, per la prima volta si fa menzione della croce lignea «per devozione dei Fedeli», in questi termini: «davanti arrivando nella detta Chiesa di S. Antonio, sì [h]vi sono in detta via cinque archi, ciascuno poggiante su pilastri con archi di lamia semicoperti, in mezzo ai quali con pietra da costruzione è fissata la croce di legno per la devozione dei Fedeli nel lucrare le Indulgenze concesse dai Sommi Pontefici a coloro che praticano la devozione della Via Crucis” (Apprezzamento di Cerignola del 1758, a cura di Angelo Disanto e Nicola Pergola, Centro Regionale per i Servizi Educativi e Culturali, Cerignola 2004, p. 28). I riti della Settimana Santa a Cerignola si svolgevano già alla fine del XVIII secolo, come apprendiamo da Assenso reale della Confraternita di Santa Maria della Pietà, datata 25 settembre 1786, conservata nell’Archivio di Stato di Napoli, dove, nel capitolo III Degli Obblighi di ciascun Fratello e degli Infermieri, leggiamo: «Sono inoltre tenuti a frequentare e ad assistere con ogni esemplare e devozione agli esercizi spirituali, che dureranno dal Mercoledì della Passione fino al Mercoledì Santo; Il Giovedì Santo, vestiti di sacco, visitano in processione le tombe e prendono parte alle consuete e consuete processioni” (Archivio di Stato di Napoli, Fondo Cappellano Maggioreserie Statuti delle congregazioni, B. 1212, fascicolo. 27, c. 5v).

Anche la tunica del “Cristo rosso” ricorda una delle statue lignee policrome dei Misteri, il Gesù che porta la croce (XVIII secolo), attribuita allo scultore Nicola Antonio Brudaglio (Andria 1703-1784), portata in processione la mattina del Venerdì Santo. Questa statua è raffigurata con una corona di spine sul capo, con una veste rossa, recante la croce sulla spalla sinistra. Brudaglio realizzò anche la statua lignea diAddolorato, firmato e datato 1780, che si venera nell’omonima chiesa di Cerignola. Nella relazione del 14 dicembre 1902 del cappellano della Confraternita di Maria SS. Addolorato, il mansionario di Don Pasquale Pugliese, riportato nei documenti della visita pastorale del Vescovo Angelo Struuffolini, precisa per la prima volta nei documenti ecclesiastici ufficiali la dizione del «Cireneo» nella processione dei Misteri, in questi termini: «da notare che la stessa Sacra Immagine, con il Cristo morto ai suoi piedi, nelle ore mattutine del Venerdì Santo, percorre la città in processione con altre quattro Statue raffiguranti i Misteri della Passione di NSGC per le cosiddette Visite a i Santi Sepolcri, che si trovano adornati nelle varie chiese di questa Città. A questo corteo prende parte anche un uomo vestito interamente di rosso dalla testa ai piedi, con il volto coperto e che porta sulle spalle una grande croce, rappresentando così il Cireneo” (A. Disanto, Sacra Cerignola, introduzione di Roberto Cipriani, Centro Ricerche Storia e Arte “N. Zingarelli”, Cerignola 2008, p. 22, nota 44). Nella storiografia locale è la folclorista Maria Conte (Cerignola, 18.2.1882-Bassano del Grappa, 28.1.1979), nel suo libro Tradizioni popolari di Cerignola del 1910, per definire per la prima volta il penitente vestito di rosso che porta la croce sulle spalle con il significato di «Cristo spirante», come leggiamo: «Il Giovedì Santo e il Venerdì Santo girano per le vie principali «le pappalusce » uno di essi rappresenta il Cristo spirante. È vestito di rosso, ha la croce sulle spalle, la corona di spine… senza spighe! la corda alla cintura, i piedi nudi: lo segue la statua dell’Addolorata con in braccio il Figlio morto; il tetro corteo è seguito dal popolo invocante” (M. Conte, Tradizioni popolari di Cerignola, con prefazione di G. Pitrè, Premiata Tip. Modificare. “Scienza e Piacere”-V. Taronna, Cerignola 1910, p. 33).

Tra i film più rappresentativi che documentano il rito penitenziale della Settimana Santa di Cerignola c’è il cortometraggio più antico Sfilata di Pasqua (Sfilata di Pasqua), che riprende la processione del Cristo morto, ripresa dai soldati americani il Venerdì Santo del 1943. Altro cortometraggio in 8mm della processione dei Misteri, realizzato nel 1958 dal fotografo cerignola Angelo Dileo, l’originale è conservato in l’archivio privato Angelo Disanto. Il docufilm di Roberto Cipriani Rosso continuodiretto da Toni Occhiello, prodotto nel 1990, ed infine il docufilm di Angelo Disanto Riti e simboli della Settimana Santa a Cerignola, con interventi di Giovanni Battista Bronzini e Roberto Cipriani, realizzato nel 2002, documenta scientificamente i riti della Settimana Santa a Cerignola. Un modello di drammaturgia collettiva si individua nei riti pasquali. È una celebrazione di passaggio per l’individuo e per il gruppo, fondata sull’esperienza simbolica della vita, della morte e della rinascita, ma anche una strategia ideale di rinnovamento e di edificazione sociale della comunità.

*di Angelo Disanto, storico e antropologo

 
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