le tende della Gioventù Palestinese in piazza Scaravilli. E Zaki arriva mercoledì – .

le tende della Gioventù Palestinese in piazza Scaravilli. E Zaki arriva mercoledì – .
le tende della Gioventù Palestinese in piazza Scaravilli. E Zaki arriva mercoledì – .

Bologna, 5 maggio 2024 – Sono arrivati prima dell’appuntamento e ho iniziato a farlo piantate le vostre tende in Piazza Scaravilli urlando “Intifada studentesca”. Proprio lì, a pochi metri dall’ingresso del Rettorato. Chi ha più memoria avrà riconosciuto al centro del campo il ‘canadese’ color indaco, simbolo delle proteste per gli affitti alti: lo stesso piazzato mesi fa in via Zamboni dal collettivo ‘Cambiare route’. Quanto al diritto alla vita, quanto ai cambiamenti climatici, quanto alle rivolte studentesche che hanno scosso le piazze negli ultimi anni, la popolazione studentesca bolognese sta tornando in piazza a montare letteralmente le proprie tende. Questa volta chiedendo lo stop agli accordi tra università italiane e Israele e un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.

Le tende piantate in piazza Scaravilli dagli universitari

Dalla Colombia Università di New York, dove nei giorni scorsi sono stati arrestati molti manifestanti, all’Alma Mater: sotto le Due Torri è arrivata la prima acampada italiana. Una protesta che trascende i confini nazionali e scorre online, nell’era dei social media. A volte, anche sfociando in azioni violente.

Non è stato così oggi, quando dalle 17.30 il Movimento giovanile palestinese e gli universitari in coda hanno cominciato a prendere possesso degli spazi davanti alla Facoltà di Economia. Nessuno scontro, un centinaio di ragazzi, un clima di festa e un maxischermo su cui proiettare l’«assemblea transnazionale», riprodotta anche in diretta streaming su Zoom e Twitch (più di 600 utenti in diretta). In collegamento con le università francesi, Inglesi, americani, anche di Birzeit, Palestina. Oggi verrà diffuso il programma ufficiale dell’acampada, ma è già stata annunciata la partecipazione di Patrick Zaki mercoledì. E, sempre mercoledì, il primo evento ufficiale: una cena con un momento di confronto sui sette mesi di “offensiva genocida”.

L’appello è rivolto a studenti, docenti, ricercatori ed è piantare tende e riempire altre piazze e, con ogni probabilità, oggi a Bologna farà eco anche la Sapienza Università di Roma. Il tutto in vista del 15 maggio, giorno in cui il mondo arabo ricorda la Nakba, l’esodo forzato del 1948.

“Dalle università americane a quelle arabe, passando per quelle europee, gli studenti levano un inequivocabile grido di lotta – scrivono i Giovani Palestinesi sui loro canali social -. Il genocidio deve finire. La complicità istituzionale, accademica e finanziaria deve finire”.

 
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