nessun patto corrotto – .

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Non c’era nessun patto di corruzione tra l’ex garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, e il detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Mario Borrata.

Nonostante le attenzioni del garante e i suoi buoni uffici nei confronti della direzione dell’istituto, le donazioni ricevute da Belcuore tramite la sorella di Borrata, Sara, titolare di un negozio di abbigliamento a Casal di Principe, non rappresentano il prezzo della corruzione.

Secondo il Tribunale del Riesame di Napoli si trattava di semplici regali dovuti al rapporto personale tra il garante e Borrata.

Il Tribunale del Riesame ha annullato l’accusa di corruzione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 20 maggio dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Mario e Sara Borrata.

Mario Borrata, già detenuto per un omicidio di camorra, era stato colpito da una misura carceraria, mentre la sorella Sara era stata posta agli arresti domiciliari. La misura restrittiva però non è stata del tutto cancellata, perché resta ferma l’accusa di ricettazione che Borrata avrebbe utilizzato in cella.

I giudici del Riesame hanno accolto la tesi del difensore dei fratelli Borrata, Angelo Raucci, il quale ha dimostrato, attraverso comunicazioni telefoniche, che i doni ricevuti da Belcuore – scarpe, vestiti e denaro Gucci – non erano collegati ai presunti favori che, secondo alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, l’ex garante avrebbe fatto a Borrata.

Erano invece doni d’amore. Sulla base di questa accusa di corruzione, Belcuore, responsabile anche di rivelazione di segreti d’ufficio, aveva accettato lo scorso dicembre un anno e dieci mesi di reclusione, con pena sospesa.

L’ex garante aveva spiegato che la scelta di transigere era stata fatta “a malincuore, per mere ragioni di opportunità e strategia difensiva” e specialmente “andare avanti e poter continuare la mia attività professionale, senza l’incombente minaccia di un procedimento giudiziario lungo, oneroso e costoso”.

Durante l’interrogatorio davanti ai pm, prima del patteggiamento, l’ex garante aveva sempre sostenuto che i regali ricevuti da Borrata fossero dovuti a motivi sentimentali.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha invece sostenuto che Belcuore avrebbe avuto colloqui telefonici con Borrata, il quale avrebbe utilizzato il cellulare introdotto illecitamente in carcere, avvisandolo delle perquisizioni e operando affinché il detenuto avesse un positivo rapporto di servizio, senza tuttavia ottenere concrete risultati.


Esperto in diritto diplomatico e internazionale. Lavora nel mondo dell’editoria e della comunicazione da oltre 30 anni. È stato rappresentante degli editori locali nella FIEG, amministratore di Canale 10 e direttore generale della società Centro Stampa srl. Un attento conoscitore della realtà casertana.

 
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