queste saranno le case della comunità Spoke. Uliveti, il rilancio della professione passa dall’aggregazione – .

queste saranno le case della comunità Spoke. Uliveti, il rilancio della professione passa dall’aggregazione – .
queste saranno le case della comunità Spoke. Uliveti, il rilancio della professione passa dall’aggregazione – .

L’Enpam ha presentato il sviluppi del progetto Case Comunitarie Spoke presso la Società Italiana di Medicina Generale (Simg) nel corso di un incontro tenutosi al Ministero della Salute. “Fermata salva la natura individuale del rapporto di fiducia con il paziente, l’aggregazione tra medici comporta una maggiore soddisfazione professionale per i camici bianchi e un’assistenza di alta qualità per i cittadini”, ha affermato il presidente dell’ente previdenziale di medici e odontoiatri, Alberto Oliveti, illustrando i dettagli dell’iniziativa.

Nelle scorse settimane è stato siglato un protocollo d’intesa tra Legacoop (che associa attraverso Sanicoop oltre il 50% delle circa 150 cooperative mediche operanti sul territorio nazionale) e FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale). (clicca qui per scaricare il testo completo dell’accordo), proprio con l’artobiettivo di sviluppare l’offerta sanitaria dei medici di medicina generale con il supporto gestionale e organizzativo delle cooperative dei medici di servizio.

Concretamente – riferisce una nota -, Enpam ha affidato a un fondo immobiliare il compito di creare su tutto il territorio nazionale studi professionali adatti al lavoro in équipe, dotati di efficienti interconnessioni (per la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico e le applicazioni dell’intelligenza artificiale) e specifici tecnologie per le cure primarie. IL Case comunitarie “a raggi”, autogestite da medici e pediatri di famiglia convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, mirano a posizionarsi come vero ed efficace raccordo di prossimità tra la casa del cittadino, intesa come primo luogo di cura, e le case comunitarie finanziate con i fondi Pnrr. Il fondo immobiliare che costruirà le case “a raggi” le affiderà a medici interessati in affitto o leasing.

Rispetto alle case comunitarie centralizzate “hub” previste dal Pnrr – si legge sul sito dell’ente -, le case comunitarie “a raggi” saranno caratterizzate da maggiore capillarità ed effettiva vicinanza al territorio. Inoltre non saranno di proprietà pubblica ma frutto dell’iniziativa di liberi professionisti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale. Concretamente, le équipe di medici interessati potranno individuare l’immobile da adibire a residenza comunitaria; i locali verranno poi acquistati, ristrutturati e attrezzati da un fondo immobiliare e poi affittati o affittati agli stessi medici che vi lavoreranno.

I medici potranno organizzarsi come preferiscono, ad esempio costituendo una cooperativa o una società tra professionisti con altra forma giuridica. Non sarà necessariamente necessario ripartire da zero: si potranno anche utilizzare cooperative o società già esistenti e/o riconvertire studi professionali già funzionanti. Nel caso del leasing – che si differenzia dall’affitto perché consente infine ai medici di diventare proprietari – c’è la possibilità di ottenere l’aiuto del Fondo di Garanzia per i liberi professionisti promosso dallo Stato e co-finanziati.finanziato dall’Enpam. Dal punto di vista professionale l’obiettivo è aiutare a passare da un modello con l’ospedale al centro a una progressiva integrazione territoriale-ospedaliera, partendo dalla casa come primo luogo di cura. Gli studi professionali organizzati in case comunitarie “spoke” saranno naturalmente collegati con le case comunitarie “hub”.

 
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