Cosenza. Quella friggitoria che non dimenticheremo mai (di Franco Panno) – .

di Franco Panno

Un piccolo “buco” fungeva da friggitoria, solo ciambelle e panzerotti. Un recipiente pieno d’olio e via, intingendo il fritto, mai più mangiato da allora. I manufatti venivano rivoltati con un paletto di legno. Fuori dal piccolo locale, la coda. Dalle 18 quella donnina cominciò a friggere fino a sera. Non ricordo la voce, non ne ho mai sentito parlare. Era assistita da un assistente, che prelevava i soldi dai clienti e ritirava gli ordini. Era un appuntamento fisso, soprattutto la domenica, appena usciti dallo stadio. La folla, composta, attende quelle leggendarie delizie.

Ricordo i panzerotti mangiati sul banco, ben caldi. Il residuo di mozzarella e pomodoro rimasto nella carta oleata era il massimo del piacere. Nei pomeriggi invernali, con la tramontana, erano ancora più belli. Il calore di quei prodotti e il fumo che ne usciva ci facevano sentire come i cercatori d’oro del Klondike. Una vera avventura, mangiare al freddo gelido i panzerotti e le ciambelline che tanti ancora ricordano. Prima della criminalizzazione del fritto e della colonizzazione del fast food. Il nostro appuntamento con i manufatti di quel piccolo luogo è stato un incontro con la bontà e la poesia. Sono passati tanti anni dalla chiusura di quel buco che dispensava magia.
Al suo posto una sgargiante panetteria.
Noi, sempre alla stessa panchina, raccontiamo ancora le sue imprese. È stata la nostra avventura nel grande nord, da bambini, al freddo, tra le mani il calore di una volta, sostituito da hamburger asettici dalle mille salse.
Angelina, Louis Prima
Buona giornata

 
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