Avvistato sciacallo sulle colline di Rosciano – .

Avvistato sciacallo sulle colline di Rosciano – .
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Fano, 28 marzo 2024 – Gli sciacalli in giro , approfittatori delle disgrazie altrui, non sono mai mancati. Tuttavia, sapere oggi che è arrivato il vero sciacallo, fa tutto un altro effetto. Il suo nome è Canis aureus, per qualche giorno anche il nostro territorio potrà essere onorato della sua presenza. Fu un naturalista fanese di lunga militanza, Luigi Ricci, per ritrovare lo sciacallo dorato e immortalarlo con una fototrappola.

Lo sciacallo fotografato da Luigi Ricci (pannello di destra), nella zona tra Rosciano e Monte Giove

Dove? Intorno a casa sua, sul colline tra Rosciano e Monte Giove. Si tratta della prima segnalazione autenticata in provincia, la terza nelle Marche, dove un esemplare è rimasto vittima di un investimento nel maceratese e un altro è stato filmato lungo le rive dell’Esino. Ed è la conferma dell’espansione verso sud della specie, la cui presenza fino a un paio di anni fa era documentata fino alla Romagna.

IL Sciacallo Fanese molto probabilmente è un giovane vagabondo. Potrebbe essere una prima avanguardia, come non potrebbe essere sola, data la facilità di utilizzo confondetelo con la volpe e il lupo. In Italia la popolazione europea dello sciacallo dorato è stimata da Luca Lapini (tra i massimi esperti, colui che ha validato le immagini di Ricci) in 200-250 individui, suddivisi in 37-47 gruppi riproduttivi.

L’esemplare in questione potrebbe essere arrivato dalla Romagna o dalla Toscana. Se ne è recentemente scoperto il marchigiano, il piccolo canide (10-15 kg di peso), che gli studiosi definiscono “invasore post-glaciale” (arrivato dal Caucaso 8mila anni fa) soggiorna da tempo in Italia. Dove è comparso nel 1984 in Friuli, a coronamento di una lunga espansione dall’Oriente. E dove occupò buona parte del Nord e della pianura padana, per poi spingersi fino al Centro. È un viaggio che si svolge davanti ai nostri occhi e per questo affascina gli studiosi, sorpresi nel vedere svolgersi in pochi decenni ciò che normalmente accade nel corso dei secoli.

Espansione resa possibile – dicono – anche da decimazione del lupo (il suo principale concorrente) in vaste aree d’Europa. Non è un caso che lo sciacallo dorato sia più diffuso in Friuli, la regione italiana con la minore presenza di lupi. E sarà interessante vedere fino a che punto potrà spingersi, ora che incontra le roccaforti del Canis lupus.

È stato documentato che in presenza di lupi esso sciacallo dorato smette di urlare, per non segnalare la sua presenza. Il nostro mammifero è un grande opportunista. Mangia di tutto, comprese le carcasse di animali morti, e in questo svolge un servizio importante. È antropofilo, nel senso di vicinanza all’uomo: frequenta città e paesi, pollai, discariche, isole ecologiche. Nello stomaco degli sciacalli colpiti è stato ritrovato di tutto, compresi i sacchi dei rifiuti ingoiati con l’intero contenuto, compreso il polietilene.

E fedele al territorio: alcuni gruppi familiari sono seguiti da 30 anni. La specie in Italia è protetta dalle Leggi 157-92. “Per ora non suscita forte allarme sociale – scrive Lapini – nonostante i sospetti locali di conflitto con l’attività zootecnica e venatoria”. Ebbene ora è stato registrato anche lo sciacallo, chi sarà il prossimo? “Il Picchio Nero è ormai arrivato a pochi chilometri dal confine pesarese (Alpe della Luna). E qualche anno fa nella zona di Urbania è stato colpito un castoro, una specie insediata nell’alto Tevere”. Anche la fauna selvatica è alla ricerca di nuovi mercati.

 
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