Il Giardino Botanico Rea di Trana e la Regione Piemonte • L’Agenda – .

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TRANA – Il Giardino Botanico Rea e la Regione Piemonte.

IL GIARDINO DELLA REA DI TRANA

L’Orto Botanico Rea non chiude e grazie all’intervento dell’assessore al Patrimonio è stata inserita in bilancio una somma di 100mila euro dedicata all’orto botanico. L’obiettivo è tutelare questo patrimonio acquisito dalla Regione a partire dal 1990. Il Giardino Botanico Rea sorge sulle verdi colline di San Bernardino, una delle tredici frazioni di Trana, circondato dalle suggestive montagne del Val Sangone. Terre che furono in passato feudo degli Orsini fino al 1714 e successivamente dei Conti Gromis di Trana. Agli inizi degli anni sessanta, un appassionato e collezionista di piante rare, Giuseppe Giovanni Bellia, creò la “Vivai di San Bernardino”, azienda agricola specializzata nella coltivazione di piante erbacee perenni per il giardino roccioso e le sponde miste, che in un di lì a pochi anni avrebbe avuto in catalogo alcune migliaia di specie e cultivar tra cui molte rarità che all’epoca non si trovavano nei vivai italiani. Ma Giuseppe Giovanni Bellia voleva qualcosa di più, e così nel 1967 realizzò il suo sogno trasformando i vivai in un giardino sperimentale, finalizzato all’acclimatazione di specie erbacee alpine e perenni provenienti da tutto il mondo. Grazie alla preziosa collaborazione di numerosi studiosi e appassionati di botanica, il giardino conobbe un periodo di intensa attività in cui le collezioni botaniche si arricchirono progressivamente con la coltivazione di piante ottenute da semi provenienti da vari orti botanici.

GIOVANNI FRANCESCO RE

Il giardino prende il nome “Rea” in onore di Giovanni Francesco Re, medico e naturalista originario di Condove, che agli inizi dell’Ottocento studiò la flora della Val di Susa e della Val Sangone, pubblicando nel 1805 “Flora Segusiensis”. Seguendo le sue orme, Bellia e i suoi collaboratori continuano le loro indagini floristiche in Val Sangone e il risultato delle loro ricerche viene pubblicato periodicamente in un Bollettino Informativo “Rea”, oltre ad essere documentato da centinaia di fogli di erbario raccolti e classificati in quegli anni, oggi conservati presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Nel 1970 Bellia riunì con Rea i direttori e curatori dei principali giardini botanici delle Alpi Occidentali e con loro costituì la CIGAAO, Confederazione Internazionale dei Giardini Alpini delle Alpi Occidentali, che nel 1974 a Romagnese (Pavia) prese il nome di AIGBA, Associazione Internazionale Giardini Botanici Alpini, attiva ancora oggi. Nel 1989 la Regione Piemonte ha acquistato la proprietà del giardino e ne ha affidato la gestione alla Comunità Montana Val Sangone (oggi Unione Comuni Montani della Val Sangone) che ne cura la gestione tecnico-amministrativa, seguendo le indicazioni del Museo Regionale di Scienze Naturali. Scienze di Torino. La Comunità Montana Val Sangone e la Società Cooperativa Produttori Agricoli Val Sangone hanno effettuato un profondo restauro, ammodernando completamente il Giardino che è stato riaperto al pubblico nel 1992 e da allora non è mai stato chiuso.

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