Bergamo, dieci anni di Giorgio Gori e le sfide per chi diventerà sindaco dopo di lui – .

Bergamo, dieci anni di Giorgio Gori e le sfide per chi diventerà sindaco dopo di lui – .
Bergamo, dieci anni di Giorgio Gori e le sfide per chi diventerà sindaco dopo di lui – .

DiRiccardo Nisoli

Le elezioni dell’8 e 9 giugno: il sindaco uscente ha fatto crescere la città, rendendola meno provinciale e più europea. Chi prenderà il suo posto dovrà mettere in conto un buon periodo di rodaggio e un duro confronto con la sua amministrazione

Potrebbe non essere carino con tutti, ma Giorgio Gori è stato un sindaco che ha fatto crescere Bergamo. Nei dieci anni della sua amministrazione l’immagine della città è diventata meno provinciale e più europea: un po’ per i suoi meriti, un po’ per gli eventi che l’hanno segnata (dalla strage del Covid al suo riscatto come Capitale della Cultura), e infine per il colpo di fortuna (per il sindaco, ovviamente) dell’Atalanta europea campione. Ha assicurato un impegno a tempo pieno in Comune (i suoi assessori possono testimoniare via sms dalle 6 del mattino fino a tarda notte). Scivola, qualche (con scuse). Alcune cuciture. Ha dimostrato preparazione e dimostrato notevoli capacità manageriali (molto più che politiche), degne della sua fama di ex dirigente Mediaset, un passato che agli occhi di una parte del politburo dem resta uno stigma.

Un peccato originale a cui nella fase finale del suo mandato si è aggiunto il sostegno del perdente Bonaccini nella corsa alla segreteria del Partito Democratico. Non sarà un caso se il leader Elly Schlein, passato da Polaresco il mese scorso, ha elogiato i suoi vent’anni da sindaco senza però propugnare il suo voto alle elezioni europee. La nuova sfida elettorale di Gori per l’Europa – che negli ultimi mesi è stato molto impegnato a guadagnare credibilità anche a sinistra, senza mai rinnegare la sua anima liberale – dovrà quindi fare i conti con il fuoco amico di candidati forti sostenuti dall’apparato partitico. Sarà molto difficile.

A livello amministrativo, però, il sindaco uscente lascia un profondo malcontento nelle comunità periferia. Ed è proprio qui che insiste la campagna del candidato del centrodestra Andrea Pezzotta, penalista pronto ad assicurare tutto l’impegno possibile al servizio della città ma senza abbandonare la professione. Discorso elegante, l’aria compassata di chi fa sfoggio di sicurezza e controllo anche nelle situazioni più scivolose (con qualche nervosismo nella fase finale), indicato da Fratelli d’Italia ma con la traversa più al centro che a destra, Pezzotta paga l’ingenuità del politico non professionista, deragliante quando lancia slogan che si capisce non gli appartengono (“Cambieremo le serrature in Comune”, “Questa città è alla deriva”). Parole d’ordine che solleticano la pancia dell’elettorato più estremista ma appaiono un po’ alienanti per i moderati. Usa la prudenza di promettere solo ciò che sai di poter mantenere e mostra l’umiltà e la passione di chi ha voglia di imparare. Quando deve rispondere di qualcosa che non sa (e succede) preferisce ammetterlo e prendersi il suo tempo. I suoi sostenitori la chiamano serietà, i suoi detrattori la chiamano impreparazione.

Quello che non svela la sua avversaria, Elena Carnevali, ex deputata del Pd sostenuta dagli eserciti del centrosinistra. Sembra più competente e nerd riguardo ai dossier cittadini ed è cresciuto molto da quando è iniziata la campagna elettorale. Ha risposte pronte su tutto e quando parla sembra aver studiato a memoria la lezione prima di affrontare il pubblico o i giornalisti. Le forze che la sostengono hanno mostrato unità, il suo programma è un corposo elenco di “desideri”. Resta da capire quanti soldi serviranno per realizzarli, e qui si mostra un po’ meno preparata. Soprattutto alla luce dei tagli all’orizzonte per i Comuni da parte del governo Meloni, contenuti per ora in una bozza e denunciati dal centrosinistra (“Conti da verificare”, minimizza Pezzotta) ma che incombono come una spada di Damocle su il prossimo quinquennio di Palazzo Frizzoni. E che trasformerebbe le promesse di rilancio in una presa in giro.

Il terzo sfidante, Vittorio Apicella, si candida per il Movimento Cinque Stelle senza velleità di vittoria, dimostrando una gentilezza contagiosa perdente. Potrebbe essere l’ago della bilancia nel caso in cui non vincessero Carnevali o Pezzotta al primo turno, finale per ora molto aperto. Chi vincerà dovrà mettere in conto un buon periodo di rodaggio. E un severo confronto a distanza con i dieci anni di impegno del sindaco uscente.


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7 giugno 2024 (modificato il 7 giugno 2024 | 13:35)

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